Emanuele Ameruso Mercoledì 02 Febbraio 2011 18:28
Il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha fatto approvare in Consiglio dei Ministri alcune novità di estrema importanza per i cosiddetti lavori usuranti. Trattasi di lavori, riconosciuti come molto faticosi, che prevedono una diversa disciplina, per andare in pensione.
Secondo quanto si apprende dalle novità legislative introdotte dallo schema di decreto, i lavoratori che abbiano svolto lavori usuranti per almeno sette anni sugli ultimi dieci anni di attività lavorativa, potranno andare in pensione con tre anni di anticipo, rispetto agli altri e, se trattasi di pensione di anzianità, con tre punti in meno degli altri; in quest’ultimo caso, si tratta della nota somma tra età anagrafica e anni contributivi, al momento della richiesta della pensione, che periodicamente danno una somma maggiore, con un limite minimo crescente di età e di contributi da versare.
Quanto ai lavori usuranti, vi rientrano quelli già indicati nel decreto Salvi del 1999 e riguarderebbero circa 900 mila lavoratori, secondo la Cisl. Tra questi, i lavoratori che svolgono lavoro notturno per almeno 64 giorni l’anno, chi lavora nelle cave, in galleria, chi conduce mezzi con almeno 9 posti.
A partire dal 2018, per essere considerato in linea con i requisiti di lavoro usurante, bisognerà avere effettuato tali tipi di lavoro per almeno metà della vita lavorativa.
Nessun commento:
Posta un commento